OmegaBlade41
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La Controversia dello Spot U-Power con Diletta Leotta: Sospensione per Sessualizzazione del Bambino

Lo spot pubblicitario di U-Power con Diletta Leotta come testimonial è stato recentemente sospeso dall'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) per violazione dell'articolo 11 del Codice di Autodisciplina, che vieta la sessualizzazione dei bambini nelle comunicazioni commerciali. La pubblicità, lanciata a marzo 2025 per promuovere la linea di scarpe antinfortunistiche Red Ego, mostrava un bambino che guardava una cantante in minigonna esibirsi su un palco, accompagnato dalla frase 'La prima volta che sei rimasto senza parole'.

Questa rappresentazione ha suscitato immediate polemiche e ha portato alla decisione del Giurì dell'IAP di bloccare la trasmissione dello spot il 9 maggio 2025, stabilendo che il contenuto sessualizzava lo sguardo di un minore.I Dettagli dello Spot Controverso Lo spot pubblicitario di U-Power, oggetto della controversia, è stato lanciato nel marzo 2025 per promuovere la nuova linea di scarpe ultraleggere Red Ego. La pubblicità presentava Diletta Leotta come narratrice e testimonial, ma ciò che ha sollevato le critiche sono stati i primi otto secondi del video. In questa sequenza iniziale, viene mostrato un bambino di circa 7-8 anni ripreso di spalle mentre osserva una cantante in minigonna esibirsi su un palco.La scena è costruita in modo da suggerire che il bambino stesse guardando sotto la gonna della cantante, con un'inquadratura del volto del minore che mostrava un'espressione di meraviglia, con la bocca aperta in quello che è stato descritto come 'una specie di estasi da visione della Madonna'.

Durante questa sequenza, la voce di Diletta Leotta pronuncia la frase 'La prima volta che sei rimasto senza parole', seguita dall'invito 'Lasciati stupire ancora'.La regia dello spot ha fatto una scelta narrativa e visiva che inquadrava la figura femminile dal basso, sottolineando come il bambino fosse 'visivamente, narrativamente e simbolicamente' colpito dalla figura femminile. Questa rappresentazione è stata interpretata come un chiaro riferimento alla prima esperienza del bambino di vedere le parti intime di una donna, un'immagine che ha immediatamente sollevato preoccupazioni etiche.La Decisione dello IAP e la Violazione dell'Articolo 11 Il 9 maggio 2025, il Giurì dell'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria ha emesso la pronuncia numero 15/2025, ordinando la cessazione dello spot pubblicitario di U-Power.

La decisione è stata presa dopo l'esame degli atti e l'ascolto delle parti coinvolte, concludendo che la pubblicità violava l'ultimo comma dell'articolo 11 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.L'articolo 11 in questione è specificamente dedicato alla protezione dei bambini (definiti come minori fino a 12 anni) e degli adolescenti nelle comunicazioni commerciali. L'ultimo comma di questo articolo, entrato in vigore nella sua ultima versione il 30 ottobre 2024, stabilisce chiaramente che: 'Sono vietate rappresentazioni di comportamenti o di atteggiamenti improntati alla sessualizzazione dei bambini, o dei soggetti che appaiano tali'.Secondo il Giurì, lo spot 'sessualizza lo sguardo di un bambino', rappresentando un minore in una situazione in cui il suo interesse è indirizzato verso il corpo di una donna in modo sessualizzato.

Questa rappresentazione è stata giudicata inappropriata e in netta violazione delle norme che tutelano i minori nella pubblicità, portando alla decisione di bloccare immediatamente la trasmissione dello spot.Il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale Il Codice di Autodisciplina, gestito dallo IAP, ha lo scopo di assicurare che la comunicazione commerciale venga realizzata come servizio per il pubblico, con particolare attenzione alla sua influenza sui consumatori. Questo sistema di regole definisce le attività in contrasto con tali finalità, anche quando queste siano conformi alle disposizioni legislative vigenti, rappresentando la base normativa per l'autodisciplina della comunicazione commerciale in Italia.L'articolo 11, violato dallo spot di U-Power, impone una 'cura particolare' nei messaggi che si rivolgono ai bambini e agli adolescenti, riconoscendo la particolare vulnerabilità di questi gruppi e la necessità di garantire che la comunicazione commerciale non sfrutti la loro inesperienza o credulità.Le Reazioni Pubbliche e le Critiche allo Spot Lo spot ha suscitato immediate reazioni negative fin dalla sua prima messa in onda a marzo 2025.

Tra i primi a criticare la pubblicità c'è stata Selvaggia Lucarelli, che ha definito lo spot 'uno squallore' nelle sue storie Instagram il 24 marzo, evidenziando come fosse 'triste la rappresentazione di un minore in una situazione di tale ambiguità per vendere un paio di scarpe'.Lucarelli ha successivamente pubblicato la notizia della sospensione dello spot nella sua newsletter, contribuendo a diffondere l'informazione sulla decisione dello IAP. La giornalista ha inoltre criticato duramente l'approccio pubblicitario di U-Power, descrivendolo come 'pacchiano, anni '90, pieno di ammiccamenti', sottolineando che in questo caso l'azienda aveva 'superato il limite' ponendo il corpo femminile al centro dell'attenzione ma attraverso lo sguardo di un bambino.La controversia ha diviso l'opinione pubblica: alcuni hanno interpretato lo spot come un tentativo di pubblicità provocatoria, mentre molti altri lo hanno condannato come un esempio di arretratezza culturale e di sfruttamento dell'immagine femminile.

Ciò che ha disturbato maggiormente i critici è stato il sottile confine tra ingenuità e malizia che lo spot ha oltrepassato, mettendo un bambino in una scena ambigua.Precedenti Controversie Pubblicitarie di U-Power La controversia dello spot con Diletta Leotta non rappresenta il primo caso in cui U-Power si trova al centro di polemiche legate alle sue strategie pubblicitarie. Solo pochi mesi prima, durante il Festival di Sanremo 2024, l'azienda era stata coinvolta nel cosiddetto 'caso John Travolta'.In quell'occasione, l'esibizione dell'attore americano sul palco dell'Ariston era stata interpretata come una 'pubblicità occulta' per le scarpe U-Power, portando a una multa di 206.000 euro inflitta alla RAI.

L'episodio aveva sollevato questioni etiche sulla trasparenza nella comunicazione commerciale e sul rispetto delle regole relative alla pubblicità nei programmi televisivi di servizio pubblico.Questa serie di controversie suggerisce un pattern nelle strategie di marketing di U-Power, caratterizzate da scelte comunicative che, nel tentativo di attirare l'attenzione, finiscono per oltrepassare i limiti dell'accettabilità etica e normativa, risultando in sanzioni e danni d'immagine per l'azienda.Considerazioni sulla Pubblicità e la Protezione dei Minori Il caso dello spot U-Power solleva importanti questioni relative all'utilizzo dei minori nella pubblicità e alla responsabilità sociale delle aziende nella creazione di contenuti commerciali. La rappresentazione di bambini in contesti sessualizzati, anche solo attraverso lo sguardo o le allusioni, è considerata particolarmente problematica perché può normalizzare comportamenti inappropriati e contribuire a una cultura che oggettifica i corpi femminili fin dalla più tenera età.La decisione dello IAP riflette una crescente sensibilità sociale verso la protezione dei minori dai contenuti potenzialmente dannosi e una minore tolleranza verso le rappresentazioni che strumentalizzano la sessualità infantile, anche quando queste sono presentate come umoristiche o innocue.

Il Codice di Autodisciplina, con la sua recente modifica dell'articolo 11 entrata in vigore nell'ottobre 2024, dimostra un impegno concreto del settore pubblicitario italiano a stabilire standard più rigorosi nella rappresentazione dei minori, riconoscendo la particolare responsabilità che le comunicazioni commerciali hanno nel plasmare atteggiamenti e comportamenti sociali.Conclusione La sospensione dello spot U-Power con Diletta Leotta rappresenta un importante precedente nel panorama pubblicitario italiano, stabilendo chiari limiti alla rappresentazione dei minori in contesti sessualizzati.

La decisione dello IAP sottolinea l'importanza di un approccio etico alla comunicazione commerciale che rispetti la dignità e l'integrità dei soggetti più vulnerabili.Questa controversia serve anche da monito per le aziende e le agenzie pubblicitarie sull'importanza di valutare attentamente l'impatto sociale e culturale delle loro comunicazioni, oltre agli obiettivi commerciali.

In un'epoca in cui il pubblico è sempre più attento e critico verso i messaggi pubblicitari, le strategie di marketing che fanno leva su stereotipi di genere o che strumentalizzano i minori rischiano non solo sanzioni formali ma anche significativi danni reputazionali.

Il caso evidenzia infine il ruolo cruciale degli organismi di autodisciplina nel mantenere standard etici elevati nel settore pubblicitario, proteggendo i consumatori e in particolare i minori da rappresentazioni potenzialmente dannose, e promuovendo una comunicazione commerciale più responsabile e rispettosa.

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Messaggio inserito: OmegaBlade41 - 14/05/2025 09:00:00
YottaUnit
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Ho letto la notizia e sono rimasto allibito. Come si fa a pensare di fare una pubblicità del genere? L'idea di sessualizzare lo sguardo di un bambino è semplicemente inaccettabile.
Messaggio inserito: YottaUnit - 14/05/2025 09:08:30
InfernoLink
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Sono d'accordo. L'articolo 11 dello IAP è chiarissimo su questo punto. È giusto che lo spot sia stato sospeso.
Messaggio inserito: InfernoLink - 14/05/2025 09:15:10
CyberShift55
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Ma secondo voi era davvero intenzionale sessualizzare il bambino? O era un tentativo maldestro di umorismo?
Messaggio inserito: CyberShift55 - 14/05/2025 09:22:45
FluxPulse32
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Anche se fosse un tentativo di umorismo, è di pessimo gusto e viola una norma fondamentale sulla protezione dei minori. Non ci sono scuse.
Messaggio inserito: FluxPulse32 - 14/05/2025 09:30:05
JinxJolt88
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Ricordate il caso John Travolta? Sembra che U-Power abbia una certa tendenza a finire nelle polemiche con le sue pubblicità.
Messaggio inserito: JinxJolt88 - 14/05/2025 09:37:55
AstroQuest53
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12/09/2024

Sì, è vero. Forse cercano la pubblicità facile con la provocazione, ma in questo caso hanno superato il limite.
Messaggio inserito: AstroQuest53 - 14/05/2025 09:45:30
PixelTron16
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28/07/2023

La cosa che mi preoccupa è che queste rappresentazioni possano normalizzare certi sguardi o atteggiamenti nei confronti delle donne fin da piccoli.
Messaggio inserito: PixelTron16 - 14/05/2025 09:53:15
TerraPulse72
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Esattamente. La pubblicità ha un impatto enorme, soprattutto sui più giovani. Dobbiamo essere molto attenti a come vengono rappresentati i minori.
Messaggio inserito: TerraPulse72 - 14/05/2025 10:01:00
CyberDash3
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25/03/2024

Il fatto che l'articolo 11 sia stato modificato di recente per essere più stringente dimostra che c'è una maggiore consapevolezza su questi temi.
Messaggio inserito: CyberDash3 - 14/05/2025 10:09:20